Nella gerarchia stradale in India il pedone è all’ultimo posto. Per le strade indiane si muovono una quantità di vite impressionanti, ma il caos che colpisce l’occhio inesperto e intimorito del principiante straniero appena atterrato in India, è in realtà regolato da un tacito ordine che tutti gli indiani rispettano- o sovvertono rischiando la propria vita.
Al primo posto della scala, signori sovrani e incotrastati del traffico, regnano gli autobus e i camion. Seguono macchine SUV e mezzi di grande misura e clacson potenti, quindi ci sono le macchine, poi le moto, i carretti, le biciclette e infine, quasi in fondo, ci sono i pedoni. Più in basso solo gli animali che vivono per strada, gli onnipresenti cani, i meno numerosi galli, galline, capre e maiali.
Le vacche, forti dell’odor di santità di cui sono ammantate, sono in alcune regioni in cima alla lista, altrove tra le macchine e le moto.
Dunque se state cercando l’avventura in India e vi piace correre rischi, dimenticate rafting su torrenti turbinosi, trekking in foreste abitate da elefanti selvatici e serpenti velenosi: il miglior modo per mettere a repentaglio la vita e camminare imprudentemente su una qualsiasi strada di città o cittadina in India.
Essere pedoni non significa essere morti o in ospedale per forza, conoscendo le regole del pazzo traffico indiano (alcuni consigli li potete trovare anche in un nostro vecchio post) si possono evitare incidenti e tornare a casa gonfi d’orgoglio per avere superato la prova.
Ricordo ancora il terrore del primo attraversamento di strada trafficata a Delhi nei primi giorni di India. Attraversare mi sembrava un’impresa impossibile –pensavo che solo prendendo un taxi si sarebbe potuti arrivare sull’altra sponda.
A distanza di qualche settimana (o mese?) a farmi sentire finalmente un po’ indiana non è stato il riuscire a mangiare un thali con le mani in un ristorante senza chiedere di ridurre il piccante, nemmeno poter sostenere una piccola conversazione di convenevoli in hindi o drappeggiarmi con naturalezza il dupatta (lo scialle indossato sopra il completo camiciona e pantaloni larghi, il salvar kurta): potevo passeggiare tra le moto, fare lo slalom tra gli autobus e attraversare con pretesa sicurezza quasi ogni strada che mi capitasse sotto i piedi. Che soddisfazione e carica di autostima!
Dunque essere pedoni in India si può, con un grande margine di sicurezza.
Ecco cosa tenere a mente prima di aprire la porta e camminare:
Dimenticatevi il concetto occidentale di marciapiede. I marciapiedi, contrariamente al nome, non servono per i piedi. Sono spesso parcheggi per le moto o scorciatorie per le due ruote che vogliono evitare le file di macchine ai semafori per svoltare a sinistra.
Inoltre la maggior parte dei marciapiedi hanno la pavimentazione sconnessa, alcue volte che copre rigagnoli di acque nere. Guardate sempre con molta attenzione dove mettete i piedi, per evitare buchi, sputacchi, feci di animali, immondizia gettata a caso, radici di alberi, mendicanti, mezzi parcheggiati e in movimento. Spesso camminare sulla strada vicino al marciapiede e’ meno faticoso e forse piu’ sicuro-nonostante il movimento ravvicinato dei veicoli.
Non credere ciecamente nel verde del semaforo pedonale.
Non dimenticatevelo mai: il pedone non ha mai la precedenza per principio!
Le striscie pedonali sono spesso l’opera di qualche artista annoiato che vuole fare omaggio alle zebre africane. Gli automobilisti non sanno cosa siano e talvolta le scambiano per una striscia di via da cui sfrecciare un microsecondo prima che il semaforo che li blocca diventi verde.
Cercate di seguire il flusso senza mai smettere di ragionare individualmente. Camminare di fianco a un indiano esperto potra’ aiutarvi a superare mille ostacoli, ma ci sono anche indiani pazzi e temerari.
Per attraversare la strada dovete dimostrare di essere convinti e non mostrare esitazione. Una volta che siete partiti fermarsi titubanti o addirittura fare un passo indietro è pericoloso. La sicurezza del passo equivale all’intensità di un colpo di clacson: state dicendo al mondo IO PASSO, per cui gli altri si adeguano e cercheranno di oltrepassarvi alle vostre spalle. Cambiando ideea e fecendovi prendere dalla paura e la voglia di tornare da dove siete partiti, prenderete di sorpresa i guidatori e rischierete di essere investiti.
Allungare il braccio verso le macchine spesso aiuta, ma non sempre garantisce lo stop del veicolo.
Una mia vecchia amica islandese usava la stampella con cui camminava come arma di attacco contro i cofani e funzionava quasi sempre, ma non si e’ mai azzardata a provarci contro un autobus.
Ecco appunto, i mezzi pesanti. Con loro è meglio rassegnarsi, cercare di stare il più lontano possibile e interpretare ogni loro piccolo movimento per prevenire qualsiasi incidente. Gli autisti degli autobus (in Trivandrum spesso chiamati i killer rossi, per il colore del mezzo pubblico urbano) credo che sviluppino, a causa dello stress della professione, un disturbo oculistico per cui i pedoni diventano invisibili.
Ultimo, ma assolutamente imprescindibile, non aspettatevi che i veicoli rispettino un senso di marcia. Guardatevi a destra e sinistra in qualsiasi momento, anche quando siete in una stradina a senso unico di marcia.
Con queste poche regole basilari la passeggiata a piedi nel traffico indiano dovrebbe essere abbastanza sicura, anche piacevole se amate l’avventura (potreste anche penare di essere un personaggio in un videogioco con diversi livelli da superare).
Noi di aboutindia non ci prendiamo alcuna responsabilità sulle vostre azioni. Vi consigliamo vivamente di abbandonare l’idea di fare lunghe passeggiate in città (anche per l’inquinamento) o fare jogging per strada.
I nostri consigli non garantiscono l’immunità.
Credits:
Photo di Sara Andreis
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