Un viaggio immersi nell’affascinate campagna del Karnataka, tra arte, storia e cultura.
Bangalore-Bengaluru, sulla giostra del tempo
Se oggi i maggiori imprenditori dell’IT e un tempo gli amministratori inglesi hanno scelto questa città ci sarà un motivo? Bangalore (oggi chiamata Bangaluru) è caotica ma accogliente, qua si respira il fermento dell’India giovane e aperta al mondo, della cultura e del commercio; a Bangalore amerete perdervi nei vicoli dei bazar vecchi, pregare in templi antichi e rilassarvi nei Cafè Coffee Day con un espresso in mano o in un pub con un birra ghiacciata.
Da non perdere: Lal Bagh, lo storico giardino di rose (non ci sono solo rose), Tipu Sultan Palace, Il tempio di Nandi, i colori e la frenesia del City Market, i braccialetti e la bigiotteria in Commercial; una serata nei pub in Brigade
Permanenza: 1-2 giorni
Mysore, la regale
Il palazzo reale –un mix di architettura indosaracena con influenze gotiche- è il cuore della pacifica cittadina di Mysore, un tempo capitale del regno dei Wodeyar . A raggio tutto attorno si distendono i palazzi e le strade che custodiscono uno dei mercati più colorati dell’India, ricco degli aromi dell’incenso fatto a mano, delle essenze tradizionali e dei fiori. A Mysore avrete voglia di fare con calma, godere l’atmosfera lenta e aristocratica dove l’occidente era di casa già ai tempi dei maharaja.
Da non perdere: Il Mysore Palace -la domenica e i giorni di festa il palazzo è illuminato da centomila lampadine tra le 19 e le 19:45, uno spettacolo imperdibile, Jagan Mohan Palace con i dipinti di Raja Ravi Varma, Devaraj Urs Market , Chamundi Hill (noi ci siamo saliti a piedi e consigliamo la mattina presto);
Fuori città: Brindavan Gardens, Srirangapatna e il palazzo di Tipu Sultan, il tempio di Somnathpur (del XIII d.C).
Permanenza: 1-2 giorni
Belur, dove le pietre cantano
Siamo nella capitale degli imperatori Hoysala, che regnarono tra il X e il XIV secolo e svilupparono una passione intensa per l’arte, in particolar modo per la scultura –miracolosamente preservata. Il tempio più importante di Belur, il Chenna Kesava temple (del 1397), è un magnifico esemplare di arte del sud Karnataka, quasi interamente ricoperto di statue, basso e alto rilievi- peccato manchi il tetto dovuto demolire per preservare il santuario nel 1879. Basta uno sguardo da lontano per rimanere stupefatti dalla bravura degli artigiani che lo crearono (vedi queste foto), come se la pietra fosse soffice legno.
Da non perdere: La colonna Narasimha Pillar all’interno e le Madanika, le spendide fanciulle onnipresenti in diverse posture ed espressioni.
Permanenza: mezza giornata
Halebidu (o Halebeedu), due cuori e una capanna
Per edificare i tre tempi principali di Halebidu non bastarono 100 anni , e il risultato è ancora oggi a disposizione di tutti gli amanti dell’arte.
Quando iniziarono i lavori Halebidu (o Haledib) era la capitale del regno degli Hoysala, ma poco tempo dopo l’edificazione dei templi, la città venne abbandonata in seguiti alle invasioni musulmane– da qui il nome che significa la città in rovina.
Nel tempio di Hoysaleswara dimorano due manifestazioni del dio Shiva, i due santuari poggiano sulla stessa piattaforma e hanno la base a forma di stella, un espediente studiato per estendere la superficie esterna delle mura e avere più spazio da ricoprire si sculture. Per conoscere tutti i miti raccontati dalle pietre dei templi, si dovrebbe soggiornare molto a lungo ad Halebidu. E ogni statua potrebbe sorprendervi per la profusione di particolari e la perfezione estetica.
Da non perdere: Hoysaleswara Temple, Shantalesawara Temple, Nandi mandapa, Kedareswara Temple
Permanenza: Mezza giornata
Shravanabelagola, la collina dell'illuminazione
Nel mezzo di una verdeggiante campagna, all’improvviso due alte colline di pietra scura si affacciano su un bacino artificiale di acqua verdastra. Seicento scalini scolpiti nella roccia si arrampicano verso l’alto –sono più impegnativi di quanto possa sembrare dal basso e vanno saliti a piedi nudi (cercate di evitare le ore calde se non volete ustionarvi): sulla cima ad attendervi c’è il colosso di Bahubali, 17,5 metri di granito scolpito nel 983 d.C a memoria del primo tirthankara (incarnazioni divine) jaina che sulla colline raggiunse l’illuminazione.
Da non perdere: il Mahamastakabhishekha, un festival che ricorre ogni dieci anni (il prossimo sarà nel 2018) durante il quale arrivano devoti jaina da tutto il mondo a bagnare di latte l’enorme statua.
Permanenza: mezza giornata
Pillole per il viaggio:
L’ideale è viaggiare con un mezzo proprio, per raggiungere le tappe del percorso in comodità e spostarsi in libertà. Solo Bangalore e Mysore sono collegate dalla ferrovia.
Non ci sono autobus diretti da Belur o Halebidu per Shravanabelagola, si deve cambiare a Hassan. Se pernottate a Hassan e volete visitare Belur e Halebidu in una giornata visitate prima Halebidu e poi Belur, dove ci sono più autobus per Hassan che partono anche in serata.
Quando:
Il periodo migliore è tra ottobre e febbraio.
Perle:
La Dussehra di Mysore, dieci giorni di grande festa con regali processioni e programmi culturali –da non perdere l’ultimo giorno che quest’anno sarà il 4 ottobre.
Per recuperare energie, sentirivi come ospiti a palazzo del re e coccolarvi con una cenetta romantica accompagnata da vino o birra a Mysore non perdetevi il Metropole Hotel, o l'ancora più regale e vintage Lalitha Mahal Palace appena fuori città.
Se gli artisti Hoysala vi hanno incantato continuate a esplorare, nel territorio esistono numerosi altri templi più piccoli meno famosi ma altrettanto affascinanti: si dice che gli Hoysala ne edificarono 1500, di cui per ora solo 400 sono stati identificati… cominciate con questi 5 templi meno turistici.
Per chi non ha fretta e non ha problemi di adattamento Shravanabelagola è un buon posto dove conoscere meglio il giainismo fermandovi a dormire in uno dei numerosi ashram, monastero (vietatissima la carne, gli alcolici e le sigarette).
Tempo (minimo) stimato: 4/5 giorni
Crediti
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