Nell’anno appena passato l’Unesco ha premiato l’India per il valore del suo passato e gli sforzi intrappresi nel mantenere tradizioni e momumenti in vita nel presente.
Mentre in Italia celebravamo la pizza napoletana, riconosciuta dall’Unesco come patrimonio dei beni intangibili dell’umanità, in India si celebrava il riconoscimento del Kumbha Mela, la più grande congregazione pacifica di fedeli al mondo.
In passato AboutIndia ha dedicato un post all’evento dell’ultimo grande Kumbh Mela di Allahabad, Il grande Kumbh Mela sta per iniziare che ha ospitato nel 2013 in un periodo di due mesi oltre 120 milioni di persone, e al Kumbh Mela di Nashik.
L’Unesco riconosce il valore di inclusività, di partecipazione pacifica di genti di tutti gli strati sociali e provenienze geografiche e la capacità di mantenere in vita tradizioni e conoscenze culturali e ritualistiche vecchie di secoli.
Ogni nuovo Kumbh Mela fa incontrare milioni di persone, diffonde un messaggio di pacifica convivenza e tolleranza, collaborando alla trasmissione della cultura indiana, attraverso riti, sermoni, incontri tra maestri e discepoli. In effetti a essere premiato e incluso in maniera indiretta dall’Unesco, è anche il sistema orale di trasmissione del sapere tipico dell’India tradizionale, il guru-shishya parampara: l’insegnamento impartito dal maestro ai suoi discepoli in una relazione molto stretta che coinvolge tutti gli aspetti della vita dello studente.
In precedenza, sempre dall’India, lo Yoga era entrato nelle liste dell’Unesco come bene intangibile dell’umanità, perché capace di diffondere benessere e armonia nel mondo, rendendo attuale un passato millenario.
Riconoscimento o meno dell’Unesco, il Maha Kumbh Mela è un festival imperdibile per gli amanti della fotografia, per ricercatori e studiosi e per chiunque non tema gli assembramenti di folla e voglia immergersi in un mondo completamente diverso dal quotidiano. Dove sadhu coperti di cenere mostrano le abilità imparate in anni di pratiche ascetiche, pellegrini da tutta l’India si radunano nelle prime ore del mattino per bagnarsi nelle acque gelide dei fiumi sacri. Al Kumbh mela il macrocosmo dell’India hindu si mostra concentrato in pochi chilometri di terra e l’atmosfera di festa e ottimismo è palpabile.
Vi terremo informate sulle prossime date.
Nel 2017 l’Unesco ha premiato l’India anche per gli sforzi fatti nel mantenere intatto il suo patrimonio storico-artistico, con tre premi di merito del programma Unesco Asia-Pacific Award. Il programma è nato nel 2000 con lo scopo di riconoscere il valore dei lavori di conservazione e restauro di strutture storiche. Ci vorrebbero più premi, e più finanziamenti, di questo genere in India, dove purtroppo spesso i monumenti storici sono lasciati decadere o completamente stravolti da restauri che sono in realtà ricostruzioni senza rispetto per il passato.
Uno dei tre premi è andato al tempio di Sri Ranganathaswamy a Trichi, Tamil Nadu. Decisamente un tempio che vi conigliamo di visitare nel vostro prossimo viaggio nel sud dell’India (guardate questo video per avere un’idea della sua bellezza).
La struttura templare comprende ben sette cinta murarie, le prime cinque costituiscono il vero e proprio centro religioso mentre le ultime due, quelle più esterne sono “abitate” da artigiani, commercianti e numerose altre attivita’ mondane connesse con la vita del tempio. Spesso infatti Trichi è conosciuta come la città tempio.
Il complesso si è sviluppato nel corso di diversi secoli, prendendo la forma attuale tra il XI e il XVI secolo. All’interno trovate capolavori di architettura, statue, affreschi, bronzi e un’abbondanza di iscrizioni che hanno aiutato a scrivere la storia della città, delle dinastie che l’hanno governata e in generale del sud dell’India.
Il tempio di Sri Ranga Ranganathaswamy è tuttora un importante centro religioso e di pellegrinaggio, dedicato al dio Vishnu che giace addormentato prima della creazione del mondo. La struttura è soggetta a usura a causa della vita che continua a svolgersi al suo interno e a frequenti innondazioni, essendo la città templare costruita su un’isola tra due fiumi.
Ad essere premiata dall’Unesco è stata la recente impresa di restauro con la rimessa in funzione dei tradizionali sistemi di raccolta delle acque, canali di scolo e la riattivazione del sistema fognario disegnato nel passato. Tutti i lavori, conclusi nel 2015, hanno mantenuto inalterate le antiche strutture, usato materiali naturali originali e ridotto l’uso di componenti chimici.
Gli altri due premi dell’Unesco Asia-Pacific Awards for Cultural Heritage Conservation sono andati alla chiesa Christ Church di Mumbai e al Royal Bombay Opera House.
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