Una piccola pausa in Italia mi fa riflettere su come ci si senta a essere un italiano in viaggio in India. Ed ecco questo post, per italiani in trasferta, in cui non parliamo di tutto (questa sera vorrei uscire a fare yoga e vedere anche in questo caso cosa ci sia di uguale e di diverso), ci concentriamo sugli assiomi del viaggio, quei punti fondamentali per tutti ma proprio tutti i viaggiatori senza agenzia alle spalle, ovvero: dormire, mangiare e bere, spostarsi, visitare, fare shopping.
Fare shopping
L’India mi ha abituata a non considerare troppo gli orari: solitamente i negozi aprono la mattina (nei piccolo villaggi anche molto presto, altrimenti verso le nove) e chiudono la sera, senza nessuna pausa pranzo –può accadere al massimo che arrivando interrompiate il pasto del negoziante consumato in bottega.
In materia di servizio ai clienti i negozianti indiani battono gli italiani per la flessibilità degli orari e forse anche per disponibilità e gentilezza, ma i nostri vincono per rapidità e precisione: se qua chiedete una camicia gialla difficilmente ve ne porteranno una verde, in India può accadere –ciò che conta è rendere soddisfatto il cliente… cioè non farlo uscire a mani vuote. Inoltre in India potrebbe irritarvi la lunghezza dei tempi per la commissione, l’interruzione del commesso per servire qualcun altro che è entrato ben dopo di voi, il signore che con assoluta naturalezza vi passa davanti mentre aspettate il vostro turno alla cassa.
Mangiare e bere
Di sicuro però non rimanete a stomaco vuoto a nessuna ora del giorno. Oltre ai ristoranti di ogni categoria, lo street food è diffuso e il cibo onnipresente, a condizione di amare il cibo speziato e non andare troppo sul sottile per le questioni igieniche.
Sul fronte del bere l’Italia non da partita: la politica protezionistica indiana impedisce la libera vendita degli alcolici, si può bere solo nei ristoranti e bar con licenza governativa. Ovunque è proibito bere per strada. A Mumbai, Bangalore, Delhi, Pune, Chennai (nelle grandi metropoli) e Goa invece abbondano birrerie, pub e ristoranti con alcolici- quasi come da noi.
Visitare
L’Italia batte ancora l’India. L’India è bellissima e ci sono sia capolavori artistici che paesaggi spettacolari da visitare, ma due fattori rendono le esplorazioni più difficili che da noi:
• la mancanza di indicazioni turistiche (poche informazioni, pochi libri-guida, scarsa progettazione di percorsi)
• la difficoltà a raggiungere le destinazioni, per via delle strade in cattive condizioni, trafficate e con poca segnaletica.
In compenso qualsiasi metro di strada in India è una vetrina che attira l’attenzione e fa venire voglia di scattare foto. Lo stile di vita della gente così diverso dal nostro, i vestiti, i colori, la quantità di cose che succedono a ogni angolo, ripagano la fatica del viaggio anche senza visitare troppi monumenti.
Spostamenti
Le metropoli e le città ronzano dei motori dei taxi e degli autorisciò (localmente chiamati auto rickshaw o tempo) desiderosi di portarvi in capo al mondo. Ci sono mezzi di trasporto per ogni tasca.
In Italia abbiamo meno possibilità, il numero dei treni è limitato e molti paesi e borgate non sono servite dai mezzi pubblici. Inoltre, in generale, spostarsi costa. Però vinciamo in termini di qualità del viaggio.
In India spostarsi può essere facile e anche economico, ma quasi mai è comodo. Anche potendosi permettere una macchina con autista e prendendo un aereo per le grandi distante, percorrere le strade indiane non è mai del tutto rilassante.
Dormire
Come per gli spostamenti, in India esistono sistemazioni per tutte le tasche. C’è un abisso di differenza tra gli alberghi di alta categoria (dai quattro stelle) e gli altri. Per trovare gli standard di igiene e servizio italiani ci si deve orientare verso l’alto- anche se con prezzi decisamente inferiori rispetto ai nostri.
Oltre agli alberghi ci sono le guest house (dette anche Tourist home o Tourist Lodge) a gestione famigliare, con prezzi e standard disparati. Le sistemazioni per dormire abbondano in tutti i luoghi turistici, ma se uscite dai percorsi canonici le cose si fanno più difficili.
Se sbarcate in una nuova località senza sapere dove andare a dormire, troverete un taxista gentile che si propone di accompagnarvi nel miglior hotel della città. Forse l’albergo è davvero buono, potrebbe essere di suo cugino, quasi sicuramente è “convenzionato” con l’autista che portandovi ci guadagna una piccola commissione (rimane comunque un modo sbrigativo di trovare una stanza).
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