Kolkata, un tempo Calcutta, è una città che ti lascia solo due scelte: puoi starci due giorni, un fugace assaggio per visitare le destinazioni principali e gustare la sua preziosa cucina o non avere fretta e immergerti nei suoi quartieri per assaporarne lo spirito.
Calcutta ti fa sentire immediatamente benvoluto e a tuo agio. Hmm…forse se non siete abituati alle città indiane non sarà questa la prima impressione: noterete che per le strade, sui marciapiedi, la povertà si palesa senza ipocrisia; l’immondizia si accumula e il traffico è caotico. Ma se Kolkata non è la prima metropoli in cui mettete piede potete concentrarvi sul morbido e gioioso abbraccio con cui vi accoglie.
Come? Innanzitutto è facile raggiungere il centro dall’aeroporto con i trasporti pubblici, appena fuori c’è la stazione degli autobus con aria condizionata (meno di un’ora per l’Esplanade, il capolinea in centro).
L’autobus ti lascia in un parco, attraversato dai binari dei tram -che belli i tram di Kolkata, gli unici in tutta l’India, con il passo lentoe i sedili di legno! Tutto attorno ci sono i monumenti principali in stile coloniale, come il bianchissimo Victoria Memorial, lascito degli inglesi che fondarono la città nel 1690 affittando tre villaggi dai reggenti moghul per 3000 rupie l’anno. Calcutta fu poi la capitale dell’Impero inglese dal 1772 al 1912, anno in cui il ruolo passò a Delhi. Gli alberghi, la zona commerciale e i ristoranti sono a est, dall’altro lato della grande –e trafficata- strada (Chowringhee Road).
A farti sentire benvoluto sono i sorrisi della gente, non accompagnati dall’eccessiva attenzione e insistenza. Ai bengalesi piace chiacchierare e non è difficile iniziare una conversazione. La gente è rilassata, incline al buon umore, alla battuta facile e al canto….ma per strada sono completamente anarchici (non vedrete nemmeno un nonno attraversare con il verde-non fidatevi del codice stradale).
Un ottimo inizio per la visita è una sosta in pasticceria. I dolci bengalesi sono famosi, energetici e vi sintonizzerete immediatamente con la gente del luogo, amante del buon cibo e ghiotta di dolci (nella pasticceria KS Das in Lenin Rd ci sono i rasgulla -palline a base di formaggio affogate in sciroppo- più famosi della città, inventati dal fondatore e il locale è piacevole, tranquillo anche se molto frequentato).
Lo spirito gioviale della città comincia a entrare nelle vostre vene con lo zucchero, preparandovi ad affrontare i rumori, la decadenza, la sovrappopolazione e cedere al fascino della città matrona. Le strade con gli edifici, un tempo splendidi, vi immergono in una foresta urbana. Così come gli alberi crescono in ogni crepa di muro, i marciapiedi davanti ai palazzi sono popolati di umanità venuta da chissà dove, che la città non espelle ai margini ma lascia vivere nel suo cuore.
Potete passare un’intera giornata nella zona attorno al Maidan (il grande spazio aperto davanti a Fort William) visitando i monumenti, curiosando tra i negozi del mercato coperto (New Market) o passeggiando nel verde del parco.
O potete prendere l'attempata metropolitana e cercare le radici antiche della città nel tempio di Kalighat, da cui si dice la città prenda il nome. Scordatevi la calma e la meditazione, il tempio è meta di pellegrinaggio e intensa attività rituale -compreso il quotidiano sacrificio di una capra.
Qualunque sia il vostro programma non perdete l’occasione di assaggiare la cucina bengalese, famosa soprattutto per pietanze a base di pesce. Se alloggiate in centro e non volete allontanarvi, un’ottima scelta è il Peter Cat in Park Street –cibo buono e atmosfera calda (è possibile che dobbiate aspettare in coda).
Se avete qualche giorno in più e vi piacciono le visioni dall’interno concedetevi una mezza giornata per il vagabondaggio in tram. Quasi tutte le linee passano o finiscono in Esplanade, non sarà difficile ritrovare la strada per l’albergo.
Calcutta è anche tristemente una città con molti senzatetto e poveri, immortalata nel libro di Dominique Lapierre La città della Gioia. E’ possibile fare volontariato presso varie organizzazioni attive in città, comprese le Missionarie della carità di suor Madre Teresa. Noi siamo stati presso la scuola Loreto Day, vicino alla stazione Shealdah, che da oltre trent’anni si occupa di dare istruzione e protezione dei più deboli, e abbiamo fatta ricarica di speranza e idealismo.
Buona scoperta della amor (nostra) Kolkata, ci sentiamo di augurarvi come farebbe un bengalese.
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