Viaggiare in India e non entrare nei templi è come girare l’Italia senza visitarne le chiese: si perde un enorme patrimonio artistico e una delle migliori possibilità di incontrare la cultura più profonda. Il tempio può lasciarci disorientati perché tutto è intenso e ben poco famigliare: aria densa di odori forti, brulichio disordinato dei devoti intenti ad attività misteriose, sguardi autorevoli dei brahmani, i sacerdoti. E una grande confusione acustica: non si va al tempio per pregare in silenzio, ma per visitare il dio che ci abita e partecipare della sua presenza.
E’ bene sapere come comportarsi per non offendere nessuno. Gli usi e i costumi cambiano da regione a regione, con differenze considerevoli dal nord al sud, ma ci sono alcune regole che si devono rispettare ovunque:
- L’abbigliamento deve essere decoroso: niente spalle scoperte (per le donne mentre nel sud per gli uomini è obbligatorio entrare a petto nudo), pantaloni o gonne lunghe. Non è richiesto coprirsi la testa, anzi nel sud è necessario il contrario. Nel nord si entra più vestiti e si può arrivare più vicino all’icona sacra, spesso la preghiera implica il toccare la statua fisicamente. Nel sud la testa e, per gli uomini, il petto sono scoperti per permettere all’energia divina di entrare nel corpo, ma è vietato toccare le icone.
- Si entra scalzi. Quasi sempre è possibile tenere i calzini. Togliersi le scarpe è un segno di rispetto. Implica lasciare fuori il mondo mondano, con le sue impurità e imperfezioni. Fuori dai templi maggiori ci sono depositi che custodiscono a pagamento le calzature.
- Scattare foto all’interno del sancta sanctorum è quasi sempre proibito, anche dove non vi fosse un’indicazione precisa è meglio chiedere.
- In numerosi templi del sud ad accogliervi nella prima sala del tempio è un’elefantessa che per qualche rupia vi benedice ponendo la delicata proboscide sulla vostra testa. Benedisce solo chi vuole essere benedetto, proseguite se non vi interessa. Le foto sono ammesse.
- Prima di entrare nel cuore del tempio si gira in senso orario attorno alla cella. Non siete obbligati a fare il giro, che si chiama pradakshina, ma è altamente consigliato se vi interessa vedere cosa succede nel tempio. Si crede che maggiore sia il numero dei giri (sempre dispari), maggiore l’ardore religioso e l’attenzione che dio vi presta. La deambulazione è segno di umiltà e al tempo stesso si lascia più tempo all’energia divina di purificare il corpo.
- E’ meglio non rimanere fermi direttamente davanti all’immagine sacra. Noterete che gli indiani si dispongono lateralmente o con le spalle non esattamente parallele all’icona. Sia per rispetto che per evitare un sovraccarico di energia divina. Il guardare la rappresentazione divina, fare il darshan, è il rito più intimo e importante, per cui nei giorni di ressa la gente si affolla spingendosi per non perdersi il momento in cui dio apre simbolicamente gli occhi e vi legge nel cuore, cancellando le paure ed esaudendo le vostre preghiere.
- Se decidete di proseguire fino alla cella sacra i sacerdoti forse vi chiederanno un’offerta, che dovrebbe essere libera. Non sentitevi obbligati a dare più di quanto ritenete opportuno, potete osservare gli indiani per decidere quanto. Ogni hindu riceve anche il prasada, un’offerta sacra costituita da polvere rossa, petali di fiori, del cibo e dell’acqua con basilico indiano, varia a seconda dei templi. Sarà offerto anche a voi. Nessuno vi vieta di prenderlo, ma non buttatelo a terra immediatamente dopo. E’ molto sacro per i fedeli e manchereste di rispetto, meglio non accettarlo affatto.
- Prima di uscire, se avete apprezzato la visita e vi sentite di buon umore e in vena di partecipazione gioiosa potete suonare la campanella, sempre presente nel nord e suonata all’entrata e all’uscita. Nessuno vi guarderà male e vi saranno molti volti sorridenti ad accompagnarvi verso il mondo imperfetto degli uomini.
- Il primo segno dell’imperfezione sono i questuanti che chiedono l’elemosina all’entrata del tempio. E’ un buon momento per lasciare alcune monete, se desiderate, perché è un’abitudine degli hindu donare al tempio e non farete altro che comportarvi come loro.
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