L’India antica aveva un fiorente commercio marittimo che la rese una superpotenza economica e culturale 2000 anni fa. Nei primi secoli avanti cristo si ritiene che l’India detenesse il 33% del PIL mondiale (l’impero romano il 21% e la Cina il 26%). A renderla così ricca era il fiorente commercio marittimo con i greci, i romani, gli arabi e i cinesi.
Nel sud dell’India il porto più importante era quello di Muziris, abbreviazione per Muccheri Pattanam, la città del pepe.
Oggi il Kerala si propone al mondo dei viaggiatori non solo come un paradiso di spiagge, foreste e trattamenti ayurvedici, ma anche come meta culturale, per ristabilire le connessioni del passato. L’area coperta dal progetto si estende tra i distretti di Ernakulam e Triussur, includendo due vittà, sei villaggi e una serie di fiumi e canali che, a progetto finito, saranno le vie attraverso cui esplorare la zona (direttamente dall’aeroporto!).
Della Muziris di cui scrisse Plinio, l’enorme mercato internazionale in cui si riversava una parte considerevole dei sesterzi d’oro romani, citata nel Mahabharata e dai poeti Sangam, non rimane che il nome. Eppure il luogo ha il fascino della storia, nonostante i cambiamenti naturali che resero il porto impraticabile nel 1341, creando la baia naturale di Cochin verso cui salparono le navi delle potenze marittime europee in tempi più recenti.
Attraversato il fiume su un traghetto ricavato dalla congiunzione di due barche, si arriva al luogo dove, secondo la leggenda, il discepolo Tommaso approdò nel 52 d.C. Oggi sorge una bizzarra chiesa-Marthoma Church- del culto cristiano siriano. E’ possibile che l’arrivo del santo non sia storico, ma reale è il culto siriano che ancora usa come lingua rituale un dialetto dell’aramaico (la lingua che parlava Gesù).
Poco lontano sono in corso gli scavi per recuperare ciò che resta di un forte portoghese, il primo forte europeo in Kerala che controllava lo scorrere del fiume Periyar sui cui venivano trasportate spezie e legname verso il mare.
Procedendo verso l’interno dalla costa si incontra un antico tempio hindu (Shiva Temple) in stile keralese. I dragoni scolpiti sul gradini del santuario ricordano la Cina e fanno sorgere la domanda: sono i cinesi che copiarono il Kerala o viceversa? Poco si scopre che la più antica moschea dell’India, Cheraman Masjid, frutto dell’incontro delle culture e non di un’invasione, è stata recentemente “restaurata” per diventare più islamica con minareti e cupole, perdendo l’aspetto originario dal tetto spiovente simile ai palazzi keralesi. Il cuore della moschea custodisce ancora il fascino antico.
Luoghi di culto collegati a storie antiche (il più famoso è il tempio di Kodungallur, un tempo capitale dei regnanti Chera), palazzi e cimiteri sono disseminati tra il verde dei cocchi e l’argento dei fiumi.
Il Muziris Heritage Project si propone di farveli scoprire tutti, scivolando sull’acqua, attraccando vicino ai musei dove sarete accompagnati alla scoperta di ogni aspetto della vita del posto, dal passato al presente, con i suo artigianato. Il Progetto non ha ancora portato a termine tutti i suoi piani, ma la zona di Muziris è visitabile, via terra e fiume, e non vi deluderà.
Crediti
Foto per la cortesia di Lijo Jose, guida turistica del Muziris Heritage
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