Da un’altura sulle colline lunari di Hampi (Karnataka) un enorme Ganesh di granito bonariamente osserva il mondo, particolarmente attratto dalla vita del bazar sottostante.
Lunedì sarà Ganesh Chaturthi, il compleanno del dio, famoso per l’aspetto bonaccione con un corpo panciuto e la testa di elefante. Ganesha è molto popolare in tutta l’India. A pregarlo è soprattutto chi cerca la conoscenza, l’arte e il superamento degli ostacoli. Ma è anche il dio a cui ci si rivolge per intraprendere qualsiasi attività, sia sacra che profana e si trova, proprio come custode degli inizi, all’ingresso dei templi e delle case.
Ganesh nacque come guardiano. La madre, la dea Parvati compagna dell’ascetico e poco domestico Shiva, lo creò per sorvegliare l’entrata del palazzo. Uno dei tanti giorni in cui la dea si trovava sola a casa –il marito spesso si allontanava per giorni in ritiro spirituale- Parvati desiderò avere un figlio e modellò un piccolo uomo con la pasta di curcuma che aveva applicato sul proprio corpo prima di fare il bagno. Soffiò sulla pasta e nacque Vinayaka (nato senza intervento di uomo). Parvati chiese al figlio di sorvegliare l’ingresso e andò a lavarsi.
Tornò inatteso Shiva con il suo seguito di creature nane e deformi. Vedendo che il ragazzino sulla porta non aveva intenzione di lasciarli passare, il dio ordinò ai suoi uomini di bloccarlo. Ma Vinayaka, ereditata la forza divina della madre, era imbattibile. Adirato per l’offesa di non essere riconosciuto, Shiva decapitò il fanciullo. Parvati andò su tutte le furie e scatenò il putiferio (degna compagna di Shiva la dea ha un enorme potere distruttivo). Shiva promise di riparare al danno e chiese al suo seguito di portagli la testa del primo essere vivente che camminasse in direzione nord. La creatura trovata era un elefante e così fu che Vinayaka tornò a vivere con una testa da elefante e prese il nome di Ganesh o Ganapati, il comandante dei gana (l’esercito di Shiva che aveva sconfitto).
Le immagini del dio (in pietra, legno, bronzo o dipinte) tappezzano la geografia indiana. Una caccia all’icona di Ganesh vi porterebbe a scoprirne miliardi disseminate in ogni angolo, anche nelle grotte buddhiste e jainiste (ugualmente numerosi e diversi sono i miti sulla sua nascita e le sue gesta).
L’enorme statua di Vijayanagar (località anceh conosciuta come Hampi) è alta 4 metri e mezzo ed è una delle statue più imponenti dell’antica città. Il Ganesh del tempio è chiamato Kadalekalu, che in lingua locale significa ceci poiché la grossa pancia ricorda il legume.
Il tempio dedicato al dio è uno degli innumerevoli edifici della zona archeologica, ciò che rimane della gloriosa capitale dell'impero di Vijayanagara (XIV-XVI d.C), ultimo avamposto della civiltà hindu in lotta contro gli invasori musulmani.
L’intera area sembra uscita da un libro fantasy: le peculiari formazioni geologiche rendono le colline simili a mucchi di sassi tondeggianti –pronti a rotolare verso il fiume- su cui l’arte degli uomini ha scolpito statue, colonne e templi perfettamente armonizzati con il territorio e oggi patrimonio artistico dell’umanità.
Anche il Ganesh di Hampi nasce da una grossa roccia su una collina e risiede all’interno di un tempio con colonne perfettamente allineate su cui sono narrati in pietra innumerevoli miti.
Informazioni pratiche:
Periodi migliori per la visita: stagione dei monsoni (luglio-settembre) e inverno (novembre-febbraio); Hampi Festival 3-5 novembre.
Come arrivare: Hampi dista 350 km da Bangalore; aeroporto di Humbli (162 km, circa 4 ore e mezzo), stazione ferroviaria di Hospet (13 km, circa 45 min).
Crediti
Happy Birthday Ganesha di Balamurugan Natarajan, Monolithic Ganesh di Nick Johnson, Ganesh Temple
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