Jaipur deve il suo nome al maharajah Sawai Jai Singh II e la sua fama rosata a Ram Singh che la volle dipinta di rosa per dare il benvenuto al Principe del Galles nel 1903.
Il Palazzo reale (ovvero il City Palace) e il centro storico della città di Jaipur nacquero e vennero costruite assieme tra il 1727 e il 1732, quando il maharajah Sawai Jai Singh della dinastia dei Kacchawaha decise di trasferire capitale e palazzo dall’affascinante Amer, incastonata tra le colline rocciose, alla pianura sottostante usata fino ad allora come terreno di caccia.
L’ambientazione della nuova capitale giocava a discapito del fascino del vecchio palazzo, ma le maestose mura difensive sulle colline non erano più fondamentali nel XVIII secolo: i maharaja Kacchawaha godevano della protezione e del favore dei Mogul, il regno era in pace e prospero, con una popolazione in crescita che le risorse idriche di Amer non potevano sostenere.
Jaipur e il City Palace sono oggi sulla rotta del turismo mondiale grazie all’operato di due architetti, l’indiano Vidyadar Bhattacharya e l’inglese Samuel Swinton Jacob, incaricati dal visionario maharajah Sawai di creare una città regale che non temesse il confronto con la passata capitale, né tanto meno con quelle dei rivali maharaja degli altri regni. La carta vincente fu la commistione degli stili rajput, moghul ed europei.
Il City Palace è ancora oggi residenza della famiglia reale, numerosi ambienti e cortili non sono visitabili, la parte trasformata in museo e aperta al pubblico incanta tuttavia i viaggiatori e rende, assieme al Jantar Mantar e all’Hawa Mahal, Jaipur famosa in tutto il mondo.
La visita al palazzo
Il City Palace è nel centro della città vecchia. Se non scorre sangue blu Kacchawaha nelle vostre vene potete accedere a palazzo attraverso la la Virendra Pol (la famiglia reale invece entra dalla Tripolia Pol).
Il Palazzo è visitabile tra le 9:30 del mattino e le 5 di sera.
Appena fuori dal palazzo c’è il Jantar Mantar, il giardino astronomico, che vi consigliamo di evitare di visitare nelle ore più calde della giornata. Poco lontano si trova l’Hawa Mahal (per poterlo vedere esternamente in pace bisogna esserci difronte la mattina presto, prima che si svegli il mercato).
Presso la biglietteria del City Palace trovate guide che parlano anche italiano e audioguide in inglese, francese, spagnolo e tedesco.
Il biglietto ordinario (500 rs per stranieri adulti, si veda questo sito per essere aggiornati) permette di visitare la parte del palazzo trasformata in museo. Esiste anche la possibilità di acquistare un biglietto per tour nelle stanze private del Chandan Mahal di proprietà della famiglia reale.
Mubarak Mahal - Il palazzo del benvenuto
Il Mubarak Mahal, il primo edificio che incontrate, riassume perfettamente la sintesi politica, architettonica e stilistica voluta dal fondatore di Jaipur. Il Mubarak Mahal era la guest house per gli ospiti, mentre oggi accoglie un’interessante museo di tessuti, vestiti e oggetti che vi porteranno nel vivo della sfarzosa vita di corte dei maharaja.
Notate all’esterno gli archi tipici moghul, con aerosi marmi traforati e i geometrici, spigolosi, stipiti delle porte e delle finestre in stile rajput che si aprono su voluminose stanze illuminate da grandi finestre di gusto occidentale.
Diwan-i-Khas
Dal Mubark Mahal, passati attraverso la regale Rajendra Pol, si arriva nel cortile centrale dove è edificata la sala delle udienze private, il Diwan-i-Khas.
Il padiglione colonnato era un tempo racchiuso da tende broccate. Anche senza le sete il Diwan regala bellissimi scorci.
Non potete non notare due enormi urne argentate, le Gangajeli, ricavate fondendo una grande quantità di monete d’argento (ogni urna pesa 340 kg). Furono fatte costruire dal re Sawai Madho Singh II per avere scorte di acqua del Gange durante il suo viaggio a Londra nel 1902 per l’incoronazione di Edoardo VII. Il Maharaja non voleva correre il rischio di fare ammalare la propria anima bevendo l’acqua contaminata dell’Inghilterra.
Diwan-I Aam, la sala delle udienze pubbliche
Una grande sala di rappresentanza dove il maharaja teneva le udienze ufficiali. La stanza doveva riflettere la grandezza del casato: le colonne in marmo bianco, gli archi, le decorazioni floreali in oro e vivaci colori in stile locale ricordavano ai presenti di essere alla presenza di un grande re.
Le donne di famiglia vigilavano sugli avvenimenti dalla galleria coperta di marmi traforati, i jali, al primo piano.
Oggi ospita un’eccellente collezione di miniature e manoscritti, con alcuni pezzi rari di inestimabile valore artistico e storico.
Non si possono fare foto (la migliore trovata è quella qui sopra!)
Pritam Niwas Chowk
Nel cortile del Diwan-i-Khas vedete ergersi il palazzo a sette piani, il Chandra Mahal o Palazzo delle luna, dove abitano i discendenti dei Maharaja -se vedete una grandiosa bandiera sventolare sul tetto significa che i padroni sono in casa.
I visitatori possono visitare solamente il piano terra con il Pritam Niwas Chowk, il cortile usato un tempo dai reali per celebrare le feste e occasioni speciali.
Al primo piano ci sono le finestre velate da grate di marmo oltre le quali le donne osservavano i festeggiamenti.
A catturare la vostra attenzione saranno le 4 porte decorate con rappresentazioni delle 4 stagioni: la porta dei pavoni, Mor pol, è l’autunno dedicato al dio Vishnu; la porta dei fiori di loto, Lotus gate, è l’estate dedicata alla coppia divina Shiva e Parvati; la porta verde, Leheriya pol, rappresenta la primavera con il dio Ganesh; la porta rosa ritrae invece un soffice inverno dedicato alla dea.
Maharani Palace e Bhaggi Khana
Il palazzo delle regine oggi è diventato l’armeria. Qua, se vi piacciono le armi, potete trascorrere ore intere ad ammirare il meglio dell’artiglieria dei maharaja. Alcune armi sono squisitamente decorate.
Mentre visitate alzate gli occhi per ammirare il soffitto che ci ricorda della vecchia funzione della sala: quelle che vedete splendere sono pietre semi-preziose e gemme.
Nel Bhaggi khan scoprite una grande varietà di mezzi di trasporto di diverse epoche, dai palanchini tradizionali per uomo o elefanti fino al curioso Vicotria bhaggi, una carezza europea regalata al maharaja dal Principe di Wales nel 1876.
Crediti immagini:
Beppe Barbera
Mubarak Mahal - Arian Zwegers
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