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Cultura

Citraramayana: una graphic epic dal XV secolo

Un libro pubblicato dalla Manuscript Library di Trivandurm svela al mondo un poema classico indiano, a fumetti.

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La biblioteca dei manoscritti dell’università del Kerala a Trivandrum è un tempio della cultura che custodisce il sapere tramandato per secoli su fragili foglie di palma. Tra i suoi molti tesori in sanscrito, tamil e malayalam vi è un raro gioiello: il Citraramayana, 98 foglie di palma che illustrano la popolare storia di Rama, settima incarnazione del dio Vishnu. Oggi, grazie ai lavori di ricerca e conservazione dell’Oriental Research Institute and Manuscript Library, esiste un avatar cartaceo dell’epico graphic novel creato nel 1453: il Ramayana in Palm Leaf Pictures: Citraramayana pubblicato e curato dal Dr.K.Vijayan nel 1997.

La storia

Vishnu ha dieci avatar che si manifestano ogni qualvolta l’equilibrio dell’universo è pericolosamente sbilanciato verso il male. Rama nasce con la missione di sconfiggere Ravana, il re dei rakshasa (orchi-demoni) che regna sull’isola di Lanka. Si incarna come principe legittimo, figlio di del re di Ayodhya, Dasaratha. Perché il suo destino si compia, è costretto a rinunciare alla corona e ad andare in esilio nella foresta con la fedele moglie Sita e il fratello Lakshmana. Nella giungla approfitta del tempo per ripulire la selva dai demoni che ci abitano. Un giorno Ravana scorge la bella Sita e se ne innamora follemente. Non riuscendo a sedurla con la galanteria, la rapisce e la tiene prigioniera in Lanka, nella vana speranza che la donna, sempre casta, ceda alle sue lusinghe. Rama scende verso il sud dell’India, si allea con il re delle scimmie e, grazie al preziosissimo aiuto del dio scimmia Hanuman, sferra l’attacco al nemico Ravana nella sua stessa terra. L’interminabile battaglia vede cadere ad uno ad uno tutti i cattivi, e qualche scimmia. Ravana, segnato dal destino fin dalla nascita, è ucciso e Rama torna con Sita ad Ayodhya, dove è incoronato re.

Il libro

Nel libro Ramayana in Palm Leaf Pictures le vicende del dio-eroe sono illustrate in 318 immagini, ognuna accompagnata da una linea di descrizione e talvolta da un commento. In appendice l’editore riporta il numero della foglia del Citraramayana da cui ogni episodio è tratto e indica il probabile passaggio del poema sanscrito a cui l’autore del manoscritto potrebbe essersi ispirato. Nel XV secolo esistevano, scopriamo nell’introduzione, due versioni in sanscrito dell’epica: il Ramayana di Valmiki, in cui Rama è trattato più come un eroe che come un dio, e l’Adhyathmaramayana dove invece il principe è deificato. Entrambi sono compilazioni che traggono materiale da centinaia di poemi e ballate trasmesse per secoli oralmente da bardi e sacerdoti. Un fertile incontro tra cultura popolare e alta, epica marziale e religione.

L’autore del Citraramayana, che non ha firmato l’opera ma ha celato le sue indicazioni biografiche in una stanza sul retro dell’ultima foglia, ha disegnato con mano sicura e uno stilo di ferro la sua versione della storia, attingendo talvolta ai poemi classici, altre a racconti popolari o alla propria immaginazione (i costumi ricordano quelli dei dipinti murali del Kerala e quelli degli attori del Kathakali).

Grazie all’instancabile lavoro di ricerca e conservazione della Manuscript Library, creata nel lontano 1908 dal re di Trivandrum Sri Mulam Thirunal, il professore di sancrito e ex direttore dell’Istituto il dr. K.Vijayan ha potuto consegnare al mondo la sua edizione con foto a colori, piacevolmente accessibile anche a chi non conosca le lingue indiane.

Sentitevi liberi di leggere la nostra versione in galleria, di ascoltare le storie che le immagini del Citraramayana vi raccontano, integrandole con il libro originale se vorrete. Tendete le orecchie per ascoltare altre narrazioni ancora (un consiglio: Sita sings the Blues). Siate liberi di scegliere come intrecciare i vostri fili e iniziare ancora un'altra volta a raccontare: C’era una volta Rama…

 


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