Programmate un viaggio con sosta a Calcutta, la città della gioia e non sapete come programmare la giornata?
In questo post vi raccontiamo cosa abbiamo fatto noi l’ultima volta che siamo stati in questa grande, affascinante e decadente città.
Volevamo assaporare la sua atmosfera, senza fretta pur avendo poco tempo e quindi non spostarci dal suo centro storico, per cui abbiamo preferito pernottare in un’albergo nella zona di Park Street e da qui partire per la nostra esplorazione.
Mattina
Il miglior modo per iniziare una giornata è una buona colazione. Per la nostra gita abbiamo optato per un classico: Flurys in Park Street.
Una pasticceria aperta nel lontano 1927 da una coppia di svizzeri – non esattamente indiana, ma è proprio lo spirito accogliente e l’apertura cosmopolita a rendere così unica Calcutta. Potete degustare un’ottima colazione dolce sedendo agli stessi tavoli dove nell’epoca coloniale sorseggiavano il tè gli inglesi.
Nella zona centrale il passato inglese è impresso nelle facciate degli edifici storici, alcuni in avanzato stato di decadenza. Il più monumentale è il Victoria Memorial. L’edifico, che ora ospita un museo e uno splendido parco in cui passeggiare, è la prima tappa della nostra gita in città.
Il Victoria Memorial fu costruito tra il 1906 e il 1921 per volontà del vicere Lord Curzon in commemorazione dell’imperatrice Vittoria, morta nel 1901. Doveva rendere omaggio alla gloria dell’impero inglese e della sua colonia. La scelta della forma architettonica e del marmo bianco era un chiaro rimando ad un altro grande monumento indiano: il Taj Mahal, il mausoleo creato da Shah Jahan, della dinastia Moghul (soppiantata dagli inglesi) in memoria della defunta moglie.
Il Victoria Memorial unisce diversi stili architettonici, combiando elementi neoclassici europei a cupole indosaracene. Manca la purezza del Taj Mahal, ma il monumento è una buona testimonianza del suo tempo e offre ancora oggi un bello spettacolo nel mezzo del caos circostante.
Ospita un museo permanente con due gallerie di dipinti - una dedicata alla pittura occidentale e una a quella indiana - una sala con fotografie storiche di Calcutta e mostre temporanee.
Noi abbiamo aprezzato soprattutto i giardini. Prati verdi, fontane e un lago artificiale nelle cui acque si riflette il monumentale marmo bianco del Vicotria memorial.
I giardini sono aperti dal sorgere del sole al tramonto.
Il museo apre alle 10 e chiude alle 5 di sera.
Pomeriggio
Dal Victoria ci siamo spostati verso il cuore commerciale, New Market, perdendoci nelle strade alle spalle di Esplanade.
Facendo attenzione al traffico, anche nelle strade più strette, abbiamo ogni tanto alzato lo sguardo in alto per notare vecchie facciate e cortili d’epoca.
Tuttavia è il fermento della vita che ci ha conquistato. Piccoli negozietti ricavati in spazi improponibili, sarti all’opera praticamente per strada e gli onnipresenti venditori ambulanti di chay, tra le altre cose.
Noi ci siamo fatti tentare dal cibo di strada, ma ci sono numerosi ristoranti per tutte le tasche dove fermarsi a mangiare un boccone o un lauto pranzo prima di riprendere la gita.
Ed eccoci al famoso New Market: i mercati coperti di Kolkata costruiti a partire dal 1873. Inizialmente i mercati furono creati per permettere agli inglesi il lusso di comprare ogni sorta di mercanzia indiana (dalle spezie alle stoffe) senza dover incontrare indiani.
Due grandi incendi e diverse innondazioni non sono riusciti a cancellare questo famoso mercato, ancora oggi frequentatissimo.
Potete passare una giornata intera a New Market, se vi piace contrattare e la confusione. Cercate di non innervosirvi quando vi perseguitano chiedendovi se volete pashmine o artigianato. Nonostante la grande caccia ai turisti-banche ambulanti- New Market è un interessante bazar dove scattare belle foto, oltre che fare compere.
Con un taxi siamo qundi andati a Millenium park, per imbarcarci su un traghetto e goderci la vista della città e del famoso Howrah Bridge dal fiume.
Sono numerosi gli imbarchini lungo il fiume Hoogly. Noi abbiamo preferito prendere il traghetto pubblico per una breve attraversata, volendo raggiungere la stazione di Howrah sull’altro lato e vedere il tramonto dal famoso ponte sospeso di acciaio.
Ci hanno detto che i traghetti possono essere molto frequentati, ma siamo stati fortunati, siamo riusciti a sederci, ammirando il ponte che si avvicinava piano piano.
Sbarcati a Howrah Station siamo stati travolti dal caos che circonda la stazione di mattoni rossi. A piedi, passando sul marciapiede adibito a mercato, abbiamo raggiunto il ponte più frequentato al mondo (non abbiamo controllato i numeri, ma vi assicuriamo che camminare sul ponte vi porta a pensare che non possa esserci altro ponte così calpestato da pedoni, biciclette, moto, carretti, macchine e autobus).
L’Howrah Bridge sostitui’ un ponte mobile su barche nel 1943. Fu un’impresa memorabile per l’epoca ed è oggi il simbolo della città di Kolkata.
Camminate sul lato destro, fermatevi a guardare la vita che scorre sul fiume, sul ponte e sulle sponde. Ammirate l’opera ingegneristica e perdetevi con lo sguardo nelle prospettive di acciaio.
Noterete dei pannelli in vertoresina alla base di pilastri che rovinano un poco il romanticismo della struttura: sono stati messi per proteggere il ponte dagli sputacchi rossastri degli indiani masticatori di paan –una foglia di betel con dentro tante cose sfiziose, qualche volta tabacco e del succo di lime. Gli sputi acidi stavano corrodendo il metallo del ponte!
Sera
Giunta ormai la sera, dopo un romantico tramonto sul ponte, ci siamo ritrovati di nuovo nel caos di persone, colori e odori del mercato dei fiori, scendendo dal ponte a destra.
Si vedono quantità enormi di fiori e petali di ogni colore, prevalentemente usati a scopi religiosi. Il mercato dei fiori è un ennesimo paradiso per i fotografi esperti. Non è facile scattare foto nella confusione, c’è sempre qualcuno che si mette in mezzo e la luce non è quella ideale.
Ancora una volta qua potrete vedere all’opera la buona manualità degli indiani, che usando dita dei piedi e ingegno fabbricano splendide composizioni e trecce fiorite. Amano posare per una foto e scambiare due parole con i girovaghi di passaggio.
Stanchi per i chilometri percorsi e il caos in cui siamo stati immersi per buona parte della giornata siamo tornati in albergo in taxi per una doccia veloce e poi via, di nuovo per strada per gustare la famosa cucina bengalese.
Chiudendo la giornata dove l’avevamo iniziata siamo stati a cenare in Park street al Mocambo, poco lontato dal Flurys. C’è un po' di Italia in questo ristorante nel cuore di Kolkata: il primo chef/manager del Mocambo era un italiano impiegato dal titolare nel 1956, prima ancora che il ristorante aprisse, per creare il miglior posto in città dove saziare lo stomaco e gli occhi della ricca borghesia indiana.
Siamo partiti da una pasticceria dove europei servivano inglesi per finire in un ristorante dove indiani assumevano europei per servire cibo agli indiani. Il nostro cerchio si è chiuso, la gita di un giorno nella città della gioia ci ha lasciato buone memorie e voglia di tornare per scoprire le altre innumerevoli realtà e sorprese di Calcutta.
Credits
Map of Kolkata: By P.K.Niyogi (Calcutta Old and New by H.E.A.Cotton) [Public domain], via Wikimedia Commons from Wikimedia Commons
New Market: By Ranktip at English Wikipedia - Transferred from en.wikipedia to Commons., CC0, Link
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