Gruppo Zenit è stata una fra le prime aziende italiane di Information Technology a collaborare quotidianamente con l'avanguardia tecnologica del subcontinente indiano. Da questo rapporto è nato un magazine dedicato a chi vuole orientarsi fra gli usi e i costumi di un Paese ricco di storia e di cultura, di contraddizioni e di opportunità di sviluppo e dove tutto, dal passato al futuro, è sempre presente. Un Paese da scoprire visitandolo, lavorandoci o anche soltanto leggendo le storie e i suggerimenti che abbiamo raggruppato per voi in sei categorie che faciliteranno la ricerca e la consultazione:

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Le ombre a cui il vento diede voce

Il teatro delle ombre del Kerala è nato dal desiderio di una dea guerriera e dalla determinazione di un uomo, tante lune fa...

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La dea Bhadrakali, venerata come una figlia di Shiva in Kerala, è una dea buona che elargisce conoscenza e protezione. Un tempo un terribile demone, Daruka, comparve sulla terra seminando terrore e scompiglio. La dea Bhadrakali proprio in quei giorni stava pensando di unirsi a Rama che era sceso nel sud dell’India alla ricerca della moglie Sita. La dea sapeva che una guerra tra il Rama e il demone Ravana stava per scoppiare e voleva essere presente allo scontro, anche solo per assistere alla battaglia che, non c’erano dubbi, sarebbe stata spettacolare. Ma il destino aveva altre carte in serbo. Daruka era diventato così potente e molesto da dover essere fermato e Bhadrakali non mancò al suo dovere. Lo affrontò in battaglia vicino a Madayi, nell’attuale distretto di Kannur in Kerala e lo sconfisse nello stesso momento in cui sull’isola di Lanka Rama stava uccidendo Ravana dalle dieci teste. La dea fu molto dispiaciuta di non avere visto la grande vittoria di Rama ed espresse il desiderio di sentirne almeno raccontare le gesta. Fu così che gli uomini impararono l’arte del teatro delle ombre e presero a rappresentare la storia del Ramayana per Bhadrakali, e continuano a farlo ogni anno in occasione della sua festa nei templi. Se andate in Kerala potete vedere le sagome di Rama, Sita e Ravana danzare, illuminate dalle fiammelle di tanti lumini a olio, proprio davanti a un grande albero su cui la dea siede per godersi lo spettacolo (che si chiama Tholpavakoothu).
Si dice che sia stata la dea stessa a donare le ombre agli uomini, ma per molto tempo le sagome rimasero mute, poiché ci fu un tempo sulla terra in cui solo i brahmani potevano entrare nei templi e imparare il sapere sacro. Ma le marionette erano fatte di pelle, impura e non adatta ai sacerdoti. Cinna Tampi Pulavar non era di casta alta, ma era un poeta e marionettista di talento con una grande sete di conoscenza. Un giorno, passando davanti al tempio, sentì i brahmani recitare le storie di Rama e, catturato dalla poesia, entrò nel recinto sacro. Come lo videro i sacerdoti si arrabbiarono, lo insultarono e lo sbatterono fuori a bastonate. Cinna era furioso e andò in pellegrinaggio a un tempio della dea in Karnataka per poter abbandonare là la sua rabbia. La dea placò il suo rancore e quando Cinna, tornato al villaggio, passò davanti al tempio la dea fece alzare il vento che gli sussurò tutti i canti vedici e il sapere sacro. Cinna ascoltò e imparò tutto, diventando il più erudito tra gli eruditi. Cinna Pulavar non ebbe dubbi, avrebbe ringraziato la dea mostrandole la storia di Rama che tanto desiderava vedere. Riscrisse la storia del Ramayana per le ombre e la rappresentò sotto all’albero prediletto della dea, proprio davanti al tempio. Naturalmente invitò tutta la gente all’evento, anche se, qualcuno mormora, scacciò i brahmani con un bastone.

Il seguito: oggi ci sono una decina di templi nel distretto di Palakkad che custodiscono le sagome per la rappresentazione e sono dotati di un piccolo teatro. L’intero Ramayana è inscenato durante i festival tra febbraio e maggio (per una notte o per 41 notti consecutive).



Crediti

Sagoma tholpava per gentile concessione di Ramachandra Pulavar e famiglia


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