Gruppo Zenit è stata una fra le prime aziende italiane di Information Technology a collaborare quotidianamente con l'avanguardia tecnologica del subcontinente indiano. Da questo rapporto è nato un magazine dedicato a chi vuole orientarsi fra gli usi e i costumi di un Paese ricco di storia e di cultura, di contraddizioni e di opportunità di sviluppo e dove tutto, dal passato al futuro, è sempre presente. Un Paese da scoprire visitandolo, lavorandoci o anche soltanto leggendo le storie e i suggerimenti che abbiamo raggruppato per voi in sei categorie che faciliteranno la ricerca e la consultazione:

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Sulla via del Buddha

Viaggio alla ricerca dei luoghi del buddhismo, un tempo importante religione dell'India, rientrata dagli stati confinanti nell'ultimo secolo.

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I luoghi della vita del Buddha

Il principe Siddhartha nacque a Lumbini, in Nepal. Vagò per molti anni come Gautama, l’asceta, nella pianura gangetica in India in cerca della verità.
A Bodh Gaya, in Bihar, divenne il Buddha, l’illuminato. Qui esiste un discendente dell’albero di Bodhi sotto il quale Buddha ottenne l’illuminazione. Nelle vicinanze si erge il Mahabodhi Temple, che rischiò di scomparire dall’India, come la religione buddhista e come essa si salvò e gode oggi di rinnovata salute.
A Sarnath, poco distante da Varanasi, Buddha tenne il primo sermone per diffondere la via di mezzo, le quattro nobili verità e il nobile ottuplice sentiero, ossia la filosofia del buddhismo per liberarsi dalla sofferenza.  Il sito fu molto importante, come dimostra la presenza del più antico stupa e una delle colonne di Ashoka.
Infine Buddha entrò nel nirvana, nel non-luogo al di là del ciclo delle nascite e delle morti, a Kushinagar in Uttar Pradesh, all’età di 80 anni. Potete meditare sul senso della vita e della sofferenza girando attorno a un’enorme statua dorata del Buddha (si dice che prima dell’illuminazione e prima del decesso la pelle sia diventata brillante più dell’oro).

 

Le università buddhiste

I secoli che videro risplendere il buddhismo, testimoniarono anche una grande diffusione del sapere (non esclusivamente spirituale) e il sorgere di importanti centri di studio e ricerca: le prime università del mondo indiano.
La più famosa è Nalanda, in Bihar, incrocio di sapienti e studenti da tutto il mondo. Nata come seminario nel V a.C, nel X il viaggiatore-ricercatore cinese Hieun Tsang sostiene fosse l’università principale dell’India, con 10 mila studenti residenti, 1510 insegnanti, cento lezioni a giorno e diverse biblioteche –una delle quali a nove piani. L’università continuò le attività fino all’inizio del XI d.C, quando un invasore musulmano fece la rase al suolo. Oggi rimangono le rovine, il museo e il progetto di ridare vita all’antico luogo con una nuova università che si propone di fare tornare a brillare la conoscenza indiana a livello internazionale.

 

Gli stupa

L’india conserva il maggior numero di stupa, reliquari buddhisti dalla caratteristica forma a cupola, nonostante la religione fosse praticamente scomparsa dai suoi confini e rientrata solo nell’ultimo secolo da oltre confine. I primi furono eretti dall’imperatore Ashoka, come simboli di pace e fratellanza disseminati nel suo vasto regno (conquistato con molta violenza). Il Damekh stupa di Sarnath è il più antico.
Ma più suggestivi sono quelli di Sanchi. Per capirne la funzione e viverne l’atmosfera di religiosa concentrazione  un buon posto è Leh, in Jammu e Kashmir: chi è stato al Shanti Stupa, costruito nel 1991, sostiene che il connubio tra simbolismo e paesaggio fa dello stupa un ottimo luogo per rilassarsi e tenere il mondo lontano.

 

Le grotte

Gli asceti cercano grotte per mediare e isolarsi dal mondo, alla ricerca di dio. Con il diffondersi della via della rinuncia –molto in voga negli anni del Buddha, montagne e colline dell’India vennero scavate a mano. Alcune grotte divennero templi, altre monasteri o rifugio per pellegrini.
Vicino a Bodhgaya c’è la grotta di Dungeshwari, dove Gautama meditò prima di diventare Buddha. A venti chilometri da Gaya sono visitabili le grotte di Barbar fatte scavare da Ashoka.
Le grotte buddhiste più famose sono in Maharasthra; Ajanta e  Ellora sono celebri e riconosciute patrimonio mondiale dell’Unesco, ma ci sono anche le grotte di Karla, Junnar e Bhaja.
Anche l’Orissa (Odisha) è ricco di grotte buddhiste. Poco distante da Bhunbaneshwar ci sono quelle di Dhauli, dove si dice che l’imperatore Ashoka si convertì al buddhismo. Poco distante le grotte di Udayagiri e Khandagiri, più a nord quelle di Ratnagiri e Lalitagiri.

 

I monasteri

I monasteri più antichi ancora in uso sono quelli del Ladhak, il piccolo Tibet, come il monastero di Hemis a 50 km da Leh, fondato nel XI d.C.
Molti altri centri di buddhismo tibetano vennero creati dopo il 1959, anno in cui il governo indiano diede asilo politico ai profughi tibetani. Il Dalai Lama vive a Dharamsala, in Himachal Pradesh e nella valle di Kangra e Spiti potrete trovare più buddhismo che nell’odierno Tibet. Altri centri di buddhismo tibetano sono sparsi tra le montagne del Arunachal Pradesh e del Sikkim.
A sorpresa un pezzo di Tibet si trova tra le più dolci montagne del Karnataka: è il Namdroling Nyingmapa Tibetan Monastery, con il Golden Temple, a un’ora di distanza da Coorg. Mentre il tempio è visitabile, per accedere all’area dei monasteri bisogna richiedere uno speciale permesso.

Crediti

Om Mani Padme Hum di Wolfgang Maehr; Buddha Nirvana di Prince Roy; Monks in arms di Saurav Das; Shanti Stupa, Leh di Koshyk Creative Commons License
This work is licensed under a Creative Commons Attribution 2.0 Generic License.

Nalanda di Sarah Jamerson; Glow di Alex Gaylon Creative Commons License
This work is licensed under a Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0 Generic License.


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