500. La festa di Dussehra
Il bene e il male, due forze in contrapposizione, uno scontro e una sconfitta. Questo è il canovaccio del mito celebrato a Dussehra, il festival in arrivo il 3 ottobre.
L’eroe è Rama. Il malvagio detronizzato e distrutto è Ravana. Il demone aveva dieci teste e per questo, qualcuno sostiene, la festa della vittoria del dio Rama si chiama Dusshera: “das” dieci e “hara” distruzione -un’ardua vittoria ottenuta decapitando dieci volte il demone oscuro.
La festa di Dussehra è nazionale, in onore di un dio hindu panindiano.
MI dicono che non sono le dieci teste a dare il nome alla festa, si chiama così perché cade a conclusione della Navaratri, le novi notti dedicate a nove manifestazioni della dea (per saperne di più leggete il nostro post Festival autunnali in onore della Dea).
Mancano le dieci teste ma il concetto è lo stesso: non c’è vita se non si versa sulla terra il sangue dei demoni, non c’è progresso spirituale che prescinda una crisi e il suo superamento. Il bene e il male assumono molteplici sembianze continuando dinamicamente a scontrarsi nello scorrere della vita, come nel ciclo dell’esistenza ogni nascita presuppone una morte e ogni morte porta a una nuova vita.
Non stupisce quindi che la stessa festa di Dussehra riaffermi vittorie diverse in differenti parti dell’India. Tra le più spettacolari e curiose, oltre naturalmente a Mysore, ci sono quelle di Kota, Udaipur e Kullu.
Ravana in fiera
A Kota la festa si trasforma in una grande fiera, dove trovare l’artigianato e i colori vividi del Rajasthan. Il cattivo che finisce sul rogo e Il classico Ravana, che qua si trasforma in numerose effigi da bruciare –alcune pare proprio un peccato perché sono bellissime. Non mancano scosse di adrenalina quando dal cuore del demone saettano verso le stelle fuochi pirotecnici.Â
Eterna gratitudine a sua eccellenza equina
Sempre in Rajasthan, nella principesca Udaipur adagiata sul lago si svolge l’Ashwa Poojan. La festa in questo giorno di vittoria è dedicata ai cavalli. Perché i cavalli? Perché non esiste re senza un cavallo e il Rajasthan è la terra dei raja! Nel codice cavalleresco di questa civiltà orgogliosa e guerriera l’animale ha sempre avuto un posto di rilievo, sia come mezzo di trasporto sia come simbolo di nobiltà . Venendo a Udapiur potete ammirare splendidi esemplari di equini di razza Marwari, capaci di incedere con passo deciso su qualsiasi tipo di terreno roccioso e riprendersi dalla stanchezza semplicemente rotolandosi nella sabbia del deserto.
365 dei in processione
A Kullu, nello stato montano dell’Himachal Pradesh, la festa di Dussehra inizia proprio quando altrove finisce (quest’anno il 3 ottobre). A metà del XVII secolo il re di Kullu invitò 365 dei a scendere sulla terra per rendere omaggio al dio Raghunathji, che lo aveva guarito dalla maledizione della lebbra, e la festa ebbe inizio. L’apice dell’evento è la processione nel giorno finale in cui tutti gli idoli degli dei escono in processione su troni portati a spalla. Come contorno numerosi stand commerciali e un colorato festival folk internazionale.
Crediti immagini
La Dussehra di Kullu by Ellen Reltman;
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Ravana by Indi Samarajiva
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