Gruppo Zenit è stata una fra le prime aziende italiane di Information Technology a collaborare quotidianamente con l'avanguardia tecnologica del subcontinente indiano. Da questo rapporto è nato un magazine dedicato a chi vuole orientarsi fra gli usi e i costumi di un Paese ricco di storia e di cultura, di contraddizioni e di opportunità di sviluppo e dove tutto, dal passato al futuro, è sempre presente. Un Paese da scoprire visitandolo, lavorandoci o anche soltanto leggendo le storie e i suggerimenti che abbiamo raggruppato per voi in sei categorie che faciliteranno la ricerca e la consultazione:

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Cochin, figlia di un’alluvione

Nata dall'acqua Kochi deve al mare la sua ricchezza, oggi riflessa nei palazzi, nelle case coloniali e nelle diverse culture che coesistono...

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Prima del 1341 Cochin non era altro che una serie di villaggi di pescatori affacciati sul Mare Arabico. Due secoli dopo era la regina del commercio, contesa da tutte le potenze coloniali che avevano da poco riscoperto la via delle spezie e della seta. Nel 1341 un’alluvione cambiò il corso del fiume e della storia. L’acqua della piena formò il porto naturale e diede il via alla fortuna commerciale di Kochi.

Il modo ideale per assaporare il fascino della sua storia è arrivare a Fort Cochin via mare (va bene anche il comune battello che vi traghetta dall’imbarchino di Ernakulam, sulla terra ferma davanti all’isola di Cochin) e senza fretta passeggiare tra le piccole e verdeggianti viuzze dell’area dove un tempo sorgeva il forte. Per una volta in India non mi ritrovate in mezzo al traffico caotico, bisogna approfittarne!

Fort Cochin è la zona coloniale dove hanno abitato prima i portoghesi (lo testimonia la casa di Vasco da Gama), poi olandesi, gli inglesi e oggi infine i turisti da tutto il mondo. Del forte non rimane che un bastione vicino alle famose reti cinesi. Le reti sono azionate manualmente da pescatori che lavorano in cooperativa, grossi massi fanno da contrappeso alla rete che si spera carica di pesci. Raramente la pesca è ricca, ma per fortuna a sopperire ci sono le mance dei turisti che si fanno fotografare con le funi in mano o in bilico sopra un mare color petrolio, con enormi navi che entrano lentamente nel porto.

La mattina presto, appena dopo l’alba è il momento migliore per avvistare i delfini, ma la sera è l’ideale per un tramonto romantico –il mare diventa dorato e il cielo rosa.

Proseguendo lungo mare scoprite cosa pescano gli uomini dei pescherecci che vedete nella baia: il mercato del pesce “prezioso” è molto educativo –evitate se siete vegetariani e animalisti. La passeggiata continua fino alla spiaggia di Fort Cochin, luogo di ritrovo per molte famiglie indiane. Se siete stufi di camminare e di mare tornate verso l’interno e puntate verso la chiesa di San Francesco, la prima edificata dagli europei in India (ma non la prima dell’India). Noi italiani siamo abituati a chiese molto più artistiche, tuttavia questa è un’interessante testimonianza storica (ha cambiato nome e religione svariate volte) ed è stata anche la tomba di Vasco da Gama per qualche anno.

Non ci sono molti monumenti da visitare, ma è bello scoprire le varie case coloniali, alcune trasformate in albergo. Nel cammino potreste anche fare una sosta nella David Hall, costruita dagli olandesi e oggi spazio per mostre d’arte nonché ristorante con un rinfrescante giardino e discreto caffè.

Non dimenticatevi di sollevare il naso di tanto in tanto per ammirare splendidi esemplari di alberi secolari, i più famosi sono comunemente chiamati alberi della pioggia (della famiglia delle mimose), perché sembrano ombrelli enormi aperti contro il cielo.


Oltre a Fort Cochin e il suo passato coloniale, Kochi, fatta di terra e acqua, racconta di altre storie e culture. Prima che arrivassero i portoghesi i re di Cochin controllavano il territorio e il commercio era in mano a ebrei e mercanti musulmani. Quando i portoghesi sbarcarono in Kerala e trovarono gli ebrei operativi non furono per nulla contenti e cercarono di eliminare i rivali in commercio e religione. Ma il raja di Cochin li aveva sotto la propria ala protettiva e per proteggerli donò loro la terra a sud del suo palazzo a Mattancherry (detto Dutch Palace, ovvero Palazzo degli olandesi, a circa 2,5km da Fort Cochin). Nel Dutch Palace potete ammirare antichi dipinti murali che raccontano lunghe epiche in pochi metri quadrati e la splendida architettura lignea tipica dei palazzi keralesi –con una serie di stanze attorno a cortili come in un gioco di scatole cinesi. 


Davanti al palazzo si vede la torre con l’orologio e la Sinagoga Pardesi. Per arrivarci dovete però percorrere una strada a U, puntellata di piccoli e grandi negozi di antiquariato e artigianato, che un tempo era il quartiere ebraico. Ancora oggi ci sono le stelle di Davide alle finestre, ma la comunità si è ridotta ai minimi termini (non sono abbastanza nemmeno per avere diritto a un rabbino). Oltre al comune artigianato indiano in Jew Twon potete trovare qualche perla davvero unica. Alcuni empori hanno anche ristoranti e caffè sulla baia, gradevoli per una pausa. Alla fine del percorso c’è l’antica Sinagoga, con le piastrelle cinesi di ceramica bianca decorate a mano con inchiostro azzurro e un piccolo museo per scoprire la storia degli ebrei in Kerala.


La visita classica di Kochi finisce generalmente qui, ma avendo tempo e voglia di esplorare Mattancherry e il territorio che si estende alle sue spalle custodiscono alcune interessanti moschee che faticherete a riconoscere come tali: le prime moschee –così come le prime chiese e le prime sinagoge in Kerala- non avevano nessuna delle caratteristiche della religione straniera, erano edificate in legno con grossi tetti spioventi, esattamente come i templi e i palazzi dei re locali.
Ma questo ci porta più indietro nella storia del Kerala, in un’epoca in cui le potenze europee non avevano ancora (re)imparato a navigare, il fiume non aveva ancora creato Cochin distruggendo l’antico porto di Muziris dove per secoli diverse culture si erano incontrate per commerciare…

 


Da non perdere
•    Una crociera nella baia al tramonto (portatevi repellente per le zanzare)
•    Uno spettacolo di Kathakali nei centri di Fort Cochin (Greenix , Kerala Kathakali Centre …)
•    Il pernottamento in uno degli alberghi o home stay in Fort Cochin


Qualcosa di speciale
•    Un aperitivo davanti al tramonto nella terrazza del Brunton Boatyard
•    Una visita alla Biennale
•    Un semplice ma sincero biryani nel popolare ristorante Kayees di Mattancherry (nuova sede purtroppo, meno carismatica della storica ormai distrutta)
•    L’ottima pasta italiana nel ristorante Upstair, davanti alla Basilica di Santa Croce (se sentite la mancanza dei sapori di casa)

 

Crediti

La sinagoga Pardesi , La casa di Vasco da Gama,

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Le reti cinesi, La chiesa di San Francesco, Colori di Cochin

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