La settimana scorsa Trivandrum era vestita di cinema, dal 6 al 13 dicembre si è svolta la diciottesima edizione dell’International Film Festival del Kerala (IFFK).
Ci sono stati tanti film, oltre 200, incontri con attori e registi e una grande festa finale dal sapore keralese. Ho fatto del mio meglio per vederne quanti più possibile, ma non intendo parlarvi dei film o delle discussioni sorte attorno a una tazza di chaya all’usciata dalla sala.
Il badge del festival, dal nastro rosso amaranto, vi fa sentire parte integrante della folla. Non siete più stranieri, vi sentite compagni degli altri sconosciuti viaggiatori del cinema che intravvedete negli autorisciò, con cui camminate con sicurezza fermando il traffico in prossimità dei cinema, con cui condividete il tavolo nella pausa pranzo.
Anche i risciò sono speciali in questi giorni –non solo quelli ufficiali, selezionati per trasportare i delegati muniti di badge da una sala all’altra al giusto prezzo. Sarà l’atmosfera festosa dell’evento a trasformare gli autisti in audaci eroi pronti ad affrontare con determinazione ogni ingorgo per non farvi perdere l’inizio della prossima proiezione, rinunciando addirittura a chiedervi una cifra esorbitante per non obbligarvi a prolungate contrattazioni?
Il ritmo del festival vi tiene in piacevole tensione tutto il giorno, concedendovi una rilassante pausa solo per il pranzo -che potete sfruttare per attaccare bottone con sconosciuti delegati che vi siedono a fianco nei ristoranti o per conoscere amici degli amici dell’amico con cui siete venuti al cinema. Il festival è una potente macchina sociale. Un’ottima occasione per conoscere gente e per consolidare le amicizie.
C’è una parte di pubblico, i sociali, che partecipa quasi esclusivamente per la caratteristica mondanità dell’evento. Sì perché i film sono belli, ma ancora più interessanti sono le scale davanti al Kairali (sede principale del festival) su cui passano registi, attori e ignoti, su cui si improvvisano canzoni accompagnati da chitarra, si incontrano gli amici e si estende la propria rete sociale.
All’opposto ci sono gli spettatori determinati. Costoro conoscono a memoria il programma del festival, hanno pianificato accuratamente, prenotato il posto via sms o internet. I messaggi (frequenti) sul cellulare che comunicano cambi di programma li irritano, ma sono i contrattempi organizzativi che li privano della poltrona in sala a scatenare la loro ira. Nel mezzo di una sala affollata, a proiezione iniziata potrete vederli spalancare porte, calpestare piedi e gridare al mondo la propria rabbia -impedendo a molti di godersi in santa pace il film. I keralesi in sala reagiscono con la beffa, caricaturando il tono di voce dell’iroso cineasta che in poco tempo lascia avvilito il cinema.
Tra i due estremi ci sono gli amanti del festival, che scelgono un po’ a caso i film, facendosi guidare dagli amici, dagli incontri casuali o dalla pigrizia che fa optare di rimanere nella stessa sala -niente scale, nessuno spostamento e zero rischi di rimanere in piedi o di affrontare la fila indiana. In fondo è una festa del cinema, i film sono tanti, l’organizzazione è formata da persone competenti e, tra i tanti, si può anche correre il rischio di vedere una pellicola non proprio di nostro gradimento.
Nota informativa: Se intendete partecipare al prossimo IFFK consultate il sito all’inizio di novembre, in questo periodo si aprono normalmente le registrazioni online (è prevista la partecipazione di stranieri e si può pagare dall’estero con carta di credito). E’ impossibile ottenere il badge durante il festival ed è previsto un limitato numero di delegati (quest’anno erano 9500 contro i 7000 dell’anno passato).
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