A 15 chilometri da Shantiniketan, l’università fondata dal premio nobel Tagore, c’è un piccolo emporio di Amar Kutir, con un grande potenziale di interesse per più di un turista, soprattutto del gentil sesso. Sarà un luogo comune che siano le donne ad amare lo shopping e l’artigianato etnico, ma nel negozio di Amar Kutir –così come altrove- ho incrociato più luccicanti occhi femminili che maschili. Lo devono avere capito perfettamente i designers della cooperativa che dedicano ai prodotti per donne molto più spazio.
Oltre alla pelle Amar Kutir vende oggetti di bambù, legno, metallo e stoffe. Nel settore tessile regna il cotone tessuto localmente e tinto con la tecnica batik o ricamato, una lavorazione tradizionale di questa zona detta kantha.
Avete sicuramente già visto prodotti simili nelle bancarelle dell’artigianato esotico di tutto il mondo. Ma la produzione di Amar Kutir si distingue a prima vista per la qualità e l’attenzione ai dettagli. E per l’eticità dell’impresa. Oggi la maggior parte degli oggetti sono venduti all’estero, pensati per il mercato internazionale del circuito del mercato equo e solidale.
Alle spalle di Amar Kutir, la nostra capanna, c’è una lunga storia intessuta di idealismo. Nata nel 1920 come luogo per dare rifugio ai perseguitati politici durante la lotta contro gli inglesi, la capanna di Sushen Mukhopadhay ha assorbito le idee di pacifica fratellanza e autosufficienza economica di Gandhi e del vicino di casa Tagore. Si sono sviluppati progetti di artigianato, agricoltura, sanità e istruzione. Dal 1978 è stata riconosciuta dal governo come Società per lo sviluppo rurale e, grazie alla collaborazione con Sasha, ha aperto le sue porte al mondo.
Chi viene in India senza compare regali per amici e parenti? Un regalo per le sorelle, uno per la mamma e uno per me…In Amar Kutir si spendono soldi con gusto e soddisfazione.
Per maggior informazioni contattare direttamente Mr. P.K. Ghosh, aksfrdev@gmail.com o consultate la (non troppo aggiornata) pagina facebook
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