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Bodhi tree: la pianta che illuminò il Buddha

Il Bodhy Tree protesse sotto le sue fitte chiome il Buddha quando raggiunse l'illuminazione. Da allora ha tante storie da raccontare ai pellegrini in viaggio a Bodh Gaya

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Ogni albero ha una storia da raccontare, il Bodhi Tree –l’albero dell’illuminazione- ne ha una lunghissima, colorata di leggende e speziata di devozione.

 

Il Bodhi Tree è una pianta di ficus religiosa dalle peculiari foglie a forma di cuore che si trova a Bodhgaya, uno dei centri religiosi buddhisti più importanti al mondo.
Ogni giorno migliaia di pellegrini sostano sotto i suoi rami per meditare, entrare in armonia con la natura e l’universo, sperando di raggiungere lo stato ultimo di illuminazione che permette di comprendere la vita e liberarsi dai limiti del mondo materiale.

 

2500 anni fa, nello stesso luogo, il principe Siddharta raggiunge l’illuminazione sotto il Mahabodhi Tree. Sotto l’albero di ficus religiosa Siddharta divenne il grande Buddha.


L’albero che si venera oggi non è in realtà lo stesso albero di 2500 anni fa. Quello attuale ha “solo” 150 anni ma nel suo tronco scorre la linfa del suo più antico antenato, contemporaneo del Buddha.

Si narra che circa 250 anni dopo la scomparsa del Buddha il grande imperatore Ashoka, devoto del maestro, fece erigere una cinta di mura attorno all’albero sacro affinché si potessero accendere incensi, lumi e meditare alla sua ombra.
Ashoka amava particolarmente il Bodhi Tree e l’atmosfera di pace che aleggia nei dintorni. Si dice che la moglie dell’imperatore, infastidita dalla scarsa presenza del marito sempre assorto in meditazione sotto l’albero, ne commissionò la distruzione. Le radici del Bodhi Tree vennero così infettate da aghi impregnati di arsenico. Poco a poco le foglie caddero a terra e la vita si ritrasse dalla pianta. Ma l’albero non morì.
Sangamitta, monaca e figlia di Ashoka, lo salvò portandone un piccolo ramo in Sri Lanka e lo consegnò al re Devanampivatissa, grande devoto del Buddha. Grazie alle cure del re, l’albero dell’Illuminazione sopravvisse e divenne il grandioso albergo Sri Mahabodhi Tree che ancora oggi prospera ed è venerato nel monastero di Mahavihara ad Anuradhapura.


Secondo altre fonti il Bodhi Tree di Bodhgaya non morì per mano dell’imperatrice gelosa, ma venne tagliato da un re hindu nel II sec A.C, con l’intento di eliminare il buddhismo dall’India. Tuttavia un ramo del Bodhi Tree raggiunge lo Sri Lanka e continuò a vivere.
Si dice che comunque l’albero, o un suo sostituto, sopravvisse fino al VII d.C, anno in cui la pianta, il tempio e i monasteri esistenti vennero rasi al suolo.

 

Quando Sir Alexander Cunningham, archeologo britannico iniziò nel 1881 la suo opera di restauro del tempio di Mahabodhi (di fatto ricostruendo del tutto il tempio principale sul disegno di ciò che lui riteneva potesse essere l’originale), un ramo dell’illustre ficus religioso di Anuradhapura fece il viaggio a ritroso, seguendo il tragitto del suo antenato Bodhi tree.
Così fu che dal ramo, figlio di un ramo dell’albero originale, rinacque il sacro Bodhi Tree di Bodh Gaya.

 

Sedendo sotto i suoi rami si sente scorrere la vita, le civiltà, il susseguirsi delle religioni e dei vani giochi di potere che vorrebbero durare a lungo, meglio se per sempre.
Le foglie del Bodhi tree ci proteggono dai raggi del sole e dalle gocce di pioggia, lasciando che noi in santa pace ci guardiano dentro, nel profondo, al di là dell’oggi e dell’ieri, del passato e del futuro.

Che ci si avvicini con fede o no, non si può negare che il Bodhi tree ha tante storie da raccontare, si spera ancora per tanti secoli.


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