A maggio la Vespa è approdata in India. La Piaggio ha inaugurato la produzione e la vendita della mitica motoretta che vuole conquistare il cuore degli indiani, soprattutto dei giovani. Le strade dell’India, dalle metropoli ai piccoli centri, sono battute da una gran quantità di scooter (due milioni e mezzo di unità vendute all’anno con un tasso di crescita annuo composto del 20%) e la Piaggio sta puntando tutto sul marchio e sullo stile.
La Vespa 150 fu uno dei primi motorini a essere prodotti in India dalla Bajaj su licenza Piaggio nel 1960. Ma il successo per la casa motociclistica arriva dieci anni dopo, nel 1971, con Bajaj Chetak. Il disegno di ispirazione italiana (leggermente modificato dopo la cessazione della licenza nel 1977), il nome del mitico cavallo dell’eroe Rana Pratab Singh e soprattutto il prezzo abbordabile ne fecero lo scooter più ambito e amato dagli indiani. Con Chetak il motorino diventa l’emblema della libertà di consumo conquistata da una classe media avvezza a non potersi permettere molto nell’epoca del protezionismo economico.
Lo scooter è un bene prezioso da aspettare per mesi o addirittura anni, in una limitata gamma di colori. Il motore non è dei più prestanti, ma è affidabile. Lo scooter è piccolo, ma c’è spazio per l’intera famiglia. Avere un Bajaj significava contribuire al sogno della rinascita di una grande nazione, fatta di lavoratori che coscientemente spendono per migliorare la propria vita e quella delle persone a loro care. Soldi ben spesi, con anni di servizio in ritorno. Chetak: indistinto, ma pieno di risorse. Lo slogan creato dalla casa motociclistica “Hamara Bajaj” (il nostro Bajaj), catturò appieno lo spirito dello scooter e fece risuonare le corde emotive dell’India dell’epoca, come in questo spot televisivo dell’89.Con l’apertura all’economia e la spinta emergente della nuova India i motorini hanno perso il loro valore emotivo, quasi etico. In un paese dove i figli hanno stipendi i cui padri non avrebbero mai potuto sognarsi, lo scooter attrae per le migliorate prestazioni e l’utilità, ma il sogno è la moto o l’auto, possibilmente uno SUV.
Il motorino ha mantenuto un valore simbolico per le donne, maggiormente dipendenti dagli altri per gli spostamenti in uno spazio pubblico sempre descritto come ostile e pericoloso. Sono tantissime le ragazze che con sicurezza zigzagano nel traffico delle piccole e grandi città verso mete stabilite, dove i cambiamenti di rotta sono sempre possibili. Nella pubblicità della Hero Honda Pleasure una giovane ragazza sfugge alle assillanti domande (che al fratello sono risparmiate) rispondendo vagamente e pregustandosi il piacere di guidare lontato. Lo scooter: una gentile rivendicazione di libertà al femminile.
Bajaj è uscita dal mercato degli scooter nel 2010, non resistendo alla competizione di numerose altre case motociclistiche straniere che hanno lanciato diversi prodotti. E a due anni di distanza la Piaggio lancia il guanto della sfida. La nuova Vespa, resuscitata dalle ceneri italiane, aggredisce con eleganza le dissestate strade indiane. Il sedile posteriore è studiato per permettere alle donne passeggere in sari di sedere comodamente, con entrambe le gambe da un lato e il clacson è più potente. Le emissioni non sarebbero a norma in Europa e il prezzo sarebbe molto allettabile: meno di 1000 euro. Ma per l’India il prezzo è la dichiarazione di posizionamento sul mercato: il chiaro messaggio di esclusività. A parità di prestazioni tecniche gli altri scooter costano circa 250-300 euro di meno, non poco. Ma la Vespa è ritornata forte della propria personalità di scooter italiano e vuole mantenere il suo status d’icona, su questo è puntata la campagna pubblicitaria e lo spot televisivo. E’ la prima volta nel segmento degli scooter che un marchio esplora la possibilità di creare un nuovo mercato, non più il motorino utilitario bensì il lifestyle scooter per giovani che si vogliono distinguere, per essere davvero alla moda –Fashion Unchanged come vuole lo slogan.
Se la Piaggio sia stata lungimirante e riesca a conquistarsi una nicchia di mercato indiano non ci è ancora dato sapere dai numeri di vendita ufficiali, per ora non pubblicati. Ma da maggio a oggi non c’è giorno che non incroci scintillanti Vespe, gialle e rosse soprattutto, anche sulle strade periferiche di una città che non è per nulla una metropoli e dalle tendenze solitamente piuttosto provinciali (non ci sono ancora centri commerciali e cinema multiplex). Forse la Vespa farà davvero strada in India…
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