Gruppo Zenit è stata una fra le prime aziende italiane di Information Technology a collaborare quotidianamente con l'avanguardia tecnologica del subcontinente indiano. Da questo rapporto è nato un magazine dedicato a chi vuole orientarsi fra gli usi e i costumi di un Paese ricco di storia e di cultura, di contraddizioni e di opportunità di sviluppo e dove tutto, dal passato al futuro, è sempre presente. Un Paese da scoprire visitandolo, lavorandoci o anche soltanto leggendo le storie e i suggerimenti che abbiamo raggruppato per voi in sei categorie che faciliteranno la ricerca e la consultazione:

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15905/15906 - Vivek Express

Kannyakumari-Dibrugarh: dalla punta meridionale all'estremo nordest un treno unisce l'India in 4 giorni di viaggio

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Ore 17:15 di un qualunque sabato. Il semaforo rosso del passaggio a livello ci avverte che siamo arrivati in tempo. Le campane non smettono di diffondere il loro monito mentre le sbarre si abbassano lentamente, manovrate dalle mani esperte del ferroviere. Quante volte ripeterà gli stessi gesti nell’arco di una giornata? I miei pensieri sono interrotti dal fischio del treno: il Vivek Express si avvicina a velocità sostenuta al casello ferroviario.
In un momento di frastuono e spostamento d’aria la locomotiva morde le rotaie verso il futuro. Sfrecciano le carrozze blu, colore tipico delle ferrovie… ma questo non è un treno comune. U-no (cuccette di seconda classe); du-e; tre-e…. set-te, intravvedo passeggeri comodamente seduti nella carrozza con aria condizionata, cuccette a quattro posti; o-tto, a tre posti; no-ve, vagone ristorante; die-ci; un-dici… in coda al lombrico di acciaio le carrozze di seconda classe a sedere. Come faranno i passeggeri a stare seduti così a lungo? I volti delle persone sul treno mi interrogano. Ci sono famiglie, studenti, forse lavoratori che tornano a casa dai loro cari dopo mesi di assenza. Mi sembrano appartenere a un’altra realtà, colti in un momento di sospensione dalla vita quotidiana. Evanescenti figure che attraversano il mondo.

Ai loro occhi siamo noi le sagome senza consistenza che si materializzano in un secondo e poi svaniscono nel paesaggio che corre. Se le stazioni che in cui il Vivek Express riposa sono 54 e 615 quelle che attraversa, quanti saranno i passaggi a livello che taglia? Un’infinità d’ingorghi dal traffico caotico. Tanti volti diversi, accumunati dalla stessa polvere di binario ferroso e occhi distratti, curiosi o indifferenti nell’attesa. Dal ventre generoso del Vivek, il treno a più lunga percorrenza dell’India, i viaggiatori vedono sfilare il paese dai finestrini. Chilometro dopo chilometro, 4242 km in totale, scorrono i paesaggi: dalle campagne coltivate a riso del Tamil Nadu, alle distese di palme bagnate dai fiumi placidi del Kerala, su fino alle distese di tè dell’Assam che indicheranno l’avvicinarsi dell’ultima stazione del viaggio: Dibrugarh.

Il suono della campanella mi richiama al presente. Il Vivek è passato, delle sue diciotto carrozze non resta che una traccia di suono. Per giungere a destinazione impiegherà altri 4 giorni, se non ci sono ritardi 82 ore e 15 minuti dividono Kannyakumari, la stazione di partenza nell’estremità meridionale dell’India da Dibrugarh, l’arrivo in Assam. Nel tragitto saliranno e scenderanno persone, ci saranno incontri di uomini e donne di fedi, casta, costumi differenti, che parlano lingue e mangiano cibi diversi. Il treno: un’isola su rotaie che mescola e unisce chi sulla terra ferma si sarebbe incontrato a fatica. Solamente il prezzo del biglietto per le varie classi mantiene le distinzioni di ceto.
Le ferrovie indiane, nate nella metà del XIX secolo per permettere agli inglesi di spostare facilmente merci (soprattutto cotone) ed esercito attraverso il vasto territorio, sono da subito diventate veicolo di unione culturale, economica e sociale del paese. Il primo treno nel lontano 1853 compì un viaggio di appena 34 chilometri, da Mumbai a Thane. Nel marzo del 2011 la rete ferroviaria copriva 63.327 chilometri, con 114.000 chilometri di rotaie a tracciare il cammino per quasi 10.000 treni che quotidianamente trasportano una media di 30 milioni di persone tra 28 stati (Sikkim e Meghalaya sono gli unici territori a non avere connessione ferroviaria).
Il Vivek Express, battezzato con il nome del monaco errante Vikekananda Svami che all’inizio del secolo scorso percorse a piedi il paese da Calcutta a Kannyakumari, è stato inaugurato il 26 novembre 2011. Ogni settimana puntualmente attraversa il subcontinente e per pochi soldi trasporta chiunque abbia il tempo e la perseveranza di viaggiare placidamente verso la propria destinazione.

Se volete essere trasportati sul Vivek (noi non ci siamo ancora riusciti) potete provare con questi racconti di viaggio:
All aboard the Vivek Express e Tracking India


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